Martedì 2 settembre, in una tranquilla serata estiva a Sottomarina di Chioggia, il destino ha voluto che Alessandro Bellemo, ex capitano del Como oggi in forza alla Sampdoria, si trovasse nel posto giusto al momento giusto. Un episodio drammatico, che poteva trasformarsi in tragedia, ha visto il centrocampista classe 1995 indossare un ruolo ben diverso da quello abituale sul campo: quello di soccorritore.
L’ex leader dei lariani, che con la maglia biancoblù ha collezionato 173 presenze, 13 gol e 4 assist, non si è tirato indietro davanti a una scena improvvisa e sconvolgente. Una turista polacca, mentre passeggiava con il suo cane, è stata assalita da un uomo armato di coltello. Le sue grida hanno squarciato il silenzio richiamando l’attenzione di Bellemo e del fratello Stefano, che non hanno esitato un istante a intervenire.
Il coraggio fuori dal campo
Il racconto fatto da Stefano al quotidiano La Nuova Venezia restituisce la tensione di quei momenti: «L’abbiamo accompagnata quasi fino a casa, chiamando i soccorsi. All’inizio era cosciente, poi sempre meno». Parole che lasciano trasparire quanto la situazione fosse grave e quanto fosse necessario agire con tempestività.
Grazie alla prontezza dei due fratelli e all’arrivo dei sanitari, la donna è stata stabilizzata e trasferita in ospedale, dove i medici hanno confermato che non è in pericolo di vita. Nel frattempo, i Carabinieri hanno bloccato il presunto aggressore, un giovane di 25 anni affetto da disturbi psichici, fermato poco dopo l’attacco.
Un gesto che vale più di un gol
Per chi lo ha visto guidare il Como con la fascia al braccio, la scena di Chioggia rappresenta l’ennesima dimostrazione delle qualità che da sempre accompagnano Bellemo: determinazione, lucidità e coraggio. Solo che questa volta non c’erano palloni da rincorrere né compagni da spronare, ma una vita da salvare.
Il gesto ha colpito profondamente la comunità locale, che ha voluto riconoscere al calciatore e al fratello l’eroismo di una notte che resterà impressa nella memoria di molti. Non un gol, non una parata miracolosa, ma qualcosa di molto più grande: la certezza che, talvolta, la differenza la fanno le persone capaci di mettere se stesse al servizio degli altri. Per questo Chioggia, oggi, applaude Bellemo come si fa con i campioni.